Tunzi e Del Pozzo, mattatori assoluti all’inaugurazione del Museo Paglicci di Rignano Garganico.
Dopo trent’anni di attesa dalla prima mostra iconografica, il Museo civico del Paleolitico di Grotta Paglicci, muove da oggi i primi passi.
Dopo trent’anni di attesa dalla prima mostra iconografica, il Museo civico del Paleolitico di Grotta Paglicci, muove da oggi i primi passi.
(di Antonio Del Vecchio) Lo fa con la partecipata convinzione di tutti i suoi attori, nonché la comunità locale che su questo bene ha puntato tutte le sue carte per dire no al calo demografico e si al suo sviluppo in senso lato. Non ci è stata la solita passerella, ma quasi tutti hanno dato il loro contributo fattivo alla discussione, a cominciare dal sindaco Luigi Di Fiore e dall’assessora al ramo Viviana Saponiere.
E’ seguito, poi, il saluto delle autorità regionali. In primis, il vice Presidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese, che ha illustrato ad uno ad uno tutti i vari canali dei fondi europei per proseguire gli interventi di valorizzazione e della sistemazione in sicurezza dell’antro che ha dato all’umanità migliaia e migliaia di scoperte sensazionali, di cui si è scritto più volte.
E’ stata la volta, poi, dei vari rappresentanti della Soprintendenza. Donatella Pian, che dopo aver portato il saluto della responsabile, ha detto la sua sul futuro museale. Parimenti l’ha seguita a ruota la funzionaria del Museo di Manfredonia, in rappresentanza della direttrice, Annalisa Treglia. Quest’ultima ha auspicato un rapporto in rete efficace per l’utenza.
Subito dopo ha preso la parola Annamaria Tunzi, progettista principale dell’allestimento museale. La stessa ha tenuto incollato il composito uditorio con il suo sapere di esperta e nel contempo con il suo linguaggio appropriato, per farsi capire anche dal grosso pubblico. A suo dire, ora che il Museo è fatto, occorre insistere per la sicurezza della cavità, abbandonata a sé stessa fin dal 2004, con la richiesta alle autorità competenti, sia Regione sia Stato per ottenere i fondi necessari e soprattutto per continuare gli scavi e le ricerche. C’è ancora tanto lavoro da fare – ha detto – facendo sue le preoccupazioni del compianto Professore Arturo Palma di Cesnola, scopritore, scienziato e direttore degli scavi fin dal 1971; altresì cittadino onorario di Rignano, di cui oggi ricorre il biennio della sua morte.
E questo perché, secondo la studiosa, è nel Riparo esterno, quello caduto a seguito dell’opera devastatrice del famoso cercatore di tesori , dove bisogna cercare i reperti più arcaici, cioè quelli risalenti al Paleolitico Inferiore. Solo una volta finito questo lavoro, si può pensare anche alla valorizzazione dell’antro, parimenti a quanto già si è fatto per il Museo di Venosa. A suo giudizio, scendere in grotta è un’emozione assolutamente da provare, prima di capire e godere dei reperti.
Subito dopo è salito in cattedra, per modo di dire. Invece, ha parlato a braccio l’altro protagonista della giornata. Il riferimento è all’architetto Stefano Del Pozzo, autore dei tanti percorsi nuovi della visita museale, fatto di filmati e video, che danno vita e conoscenza piacevole dei reperti. Sono 8 le sale (si spera che qualcuna venga intitolata a Palma di Cesnola), di cui solo due dedicate al tema. Dopo di che sono seguiti gli interventi brevi e concisi degli altri.
Tra l’altro, quello della giovanissima deputata foggiana, Rosa Menga (Cinque stelle) che ha assicurato tutto il suo impegno per il successo del Museo. In sintonia si è espresso pure Nunzio Angiola, deputato del gruppo Calenda, che con il suo parlare brioso e gentile ha incantato il pubblico, illustrando i vari meandri per ottenere i necessari finanziamenti per portare in alto non solo le ricerche ma anche la valorizzazione del Museo, che egli ha definito di valenza europea. Ci tiene, perché conosce e lavora a Foggia. Insegna, infatti, all’Università del Capoluogo. Ed è già tanto, perché è la prima volta che ciò accade.
Ha coordinato in modo impeccabile gli interventi il collega Giorgio Fraticelli de l’Attacco. Hanno assistito ai lavori, Armando Gravina, già libero docente della materia all’Università di Bari ed organizzatore dei pranzi luculliani d’inizio scavo a Grotta Paglicci , nonché le forze dell’Ordine, rappresentate per l’occasione dal maresciallo Antonio Acquaro. per la caserma del luogo e il maggiore Alessandro Carpentieri per il comando distrettuale dei CC di San Giovanni R.
A chiusura ci si è spostati al Museo. Qui il parroco Don Santino ha benedetto tutto e tutti, permettendo al pubblico di entrare e passare alla visita della struttura.